Dottore, sono veramente dispiaciuto di non essere stato al FemCamp. Mi sono perso una presentazione sul celopiulunghismo che mi è parsa fantastica su slideshare e doveva essere eccezionale dal vivo. Non ho potuto sperimentare la MysticBeggiNetwork. Non ho potuto assistere all’aggressione verbale a Beggi da parte di alcune scalmanate (aggredire verbalmente Andrea è come picchiare il mahatma Gandhi, puoi farlo, ma lui, con la non violenza, ne esce più forte che prìa). E, soprattutto, non posso sapere con esattezza il numero di patonze ivi radunate.
Calma tutte, stavo scherzando (e questo è proprio il genere di scherzi che non sopportate, eh?).
Tanto più che, se fossi venuto, sarei giunto a rimorchio della Smilza, che, per un attimo, aveva pensato di portare una presentazione su a Bologna. È bastato ricordarle che non ha un blog e, quindi non è una blogger, ed è tornata a più miti consigli.
Dalle ceneri del FemCamp è nata una discussione interessante, iniziata da quell’agente provocatore, sessista, tettista e anche un pochino tennista di Samuele Silva (quello che mette le tette sul banner, quando va bene, quando va male c’è lui nudo) e continuata da pm10, da msadventure, da koolinus, da Gustomela, da Marco e sul blog di Grazia.
E su questo argomento della parità sessuale vorrei dire la mia. Sono convinto che uomini e donne siano intrinsecamente diversi e cercarlo di negare mi pare un pretesa di far prevalere la teoria sulla pratica. Che lo siano per educazione o per genetica, francamente, non me ne frega assolutamente nulla. Lo sono, e basta. Affermare che, per godere degli stessi diritti, per avere le stesse opportunità , avere gli stessi doveri bisogna essere uguali è una semplificazione che non posso accettare.
Per quanto riguarda le opportunità sul lavoro, per mia esperienza personale posso dire che siamo in una situazione che è molto variegata e quindi difficile da interpretare. Alle donne che dicono di essere discriminate possono essere fatti esempi di innumerevoli donne che si sono fatte strada e adombrare il sospetto che, se loro non l’hanno fatto, forse è perché non sono capaci. D’altra parte, negare che vi siano discriminazioni è molto semplicistico.
Quello che non riesco a sopportare, però, sono le lamentazioni a base di non mi possono capire, fanno le battutacce quando ci sono e quando non ci sono, vengo pagata meno di uno che ha le mie stesse responsabilità . Questo perché, se un uomo si mettesse a dirvi le stesse frasi, con le stesse buone ragioni, novantanove su cento voi stesse pensereste: che razza di piagnone!
Parole sante, Zuck. No mortadellino No party 😀
Zuck, capisci che non lo sopporti, però ti assicuro che lo sopporteresti molto meno se ci fossi di mezzo.
Tu riesci tranquillamente a gestire un cliente che dice di te cose tipo “qualunque cosa dica Mafe penso solo a metterglielo in bocca?”
sei di una cattiveria INAUDITA 🙂
Beh, e comunque “mi pagano meno di chi ha le mie stesse responsabilitá”, spesso non é una lamentela ma un dato di fatto sistematico. E se accadesse il contrario (ancora: in modo sistematico) probabilmente l’essere considerato piagnone sarebbe l’ultimo dei tuoi pensieri.
Quanto al “non ne sono capaci” io avrei una piccola osservazione: tanto per fare un esempio, la concretizzazione della paternitá e della maternitá in ambito lavorativo viene vista in modo “leggermente” differente.
Detto questo, trovo anche che a volte ci si lamenti piú di quanto ci si rimbocchi le maniche, ma questo, ovviamente, sarebbe tutto un altro (lungo) discorso…
io mi sono stancata di dovermi difendere e giustificare perche’ sono una donna e sono un bravo tecnico e sono anche un bravo supervisore, lavoro solo con uomini e con queli con cui lavoro bene ho anche un ottimo rapporto umano, e non mi interessa cosapensa chi non vuole capire e nemmeno provare a capire cosa significa essere donna, come non si puo’ cpaire cosa significa essere poveri o discriminati o offesi sistematicamente senza esserci gia passati.
Quello che dice Mafe o Svaroschi sono cose sacrosante.
sai cosa mi consola?
che io posso anche guadagnare di meno, ma ho il potere per fare un culo cosi a tutti quelli che coordino -quando serve-, e ho la soddisfazione di far si che un gruppo di lavoro funzioni meglio da quando lo gestisco io a modo mio.
e scusami se mi accontento di poco.
Prima di tutto, chi è vittima di maleducazione, ingiustizia o perfino violenza può trovare consolazione solo nelle cose belle che la vita, nonostante tutto, può riservare. Che tra queste cose ci sia fare un culo così a tutti quelli che sono in condizione di inferiorità (quelli che coordino, eufemisticamente), beh, i gusti sono gusti. Certo non sono i miei gusti.
Allora, per essere abbastanza sintetico, i maleducati lo sono con le donne e con gli uomini, magari con le donne hanno gioco più facile (magari per ragioni fisiche), ma non è detto che non lo siano con gli uomini, magari i più timidi. Magari a te dicomo che vogliono mettertelo in bocca mentre al tuo collega un pochino timido avranno dato allegramente del frocio.
Quello che vedo io, dal mio piccolo osservatorio del mio posto di lavoro, è che ci sono donne più preparate di me che guadagnano meno di me e donne meno preparate di me che guadagnano di più, cosiccome uomini (questo è un giudizio di parte, se guadagnano di più evidentemente avranno delle qualità che io non ho). Ma, ormai, mi pare le variabili che fanno fare carriera o guadagnare di più sono tantissime tra cui il genere, ma anche l’aspetto esteriore, l’aggressività , la simpatia, la voglia di primeggiare, le conoscenze, la perseveranza.
In quanto a non riuscire a capire cosa vuol dire essere donna, se devo dir la verità , non riesco nemmeno a capire cosa vuol dire essere mio fratello.
Zuck, perfettamente d’accordo: la mia non è una posizione di genere, detesto il machismo in generale, anche quello delle donne.
Nel contesto in cui mi hai citato era un uomo a lamentarsi dei commenti macho degli altri uomini, non so se hai notato.