Glifo di Percival Everett parla di Ralph, un neonato di 10 mesi intelligentissimo che si rifiuta di parlare. In compenso scrive bigliettini che mandano in agitazione tutti tranne la madre, che continua ad amarlo, ricambiata, come le mamme fanno con i figli, anche i più scapestrati. Il romanzo, scritto in prima persona da Ralph, descrive le disavventure semicomiche del bimbo, rapito da studiosi, dalla C.I.A., da due poveracci e perfino da un prete pedofilo (pare essere la moda del momento). Il tutto condito da riflessioni filosofiche sul linguaggio, sempre sul filo dell’ironia, tanto da far pensare ad un senti chi filosofeggia. In definitiva, il libro, nonostante l’idea originale e lo stile divertente, dopo un centinaio di pagine ha cominciato a stufare Zuck, che l’ha terminato il più presto possibile. Forse perché non è che vi abbia scorto molto di più che un divertissement (?) per teorici del linguaggio.
Pare che, potenza del marketing 2.0, il libro abbia anche un blog.