Continua la rubrica BZeneize, per avvicinare i blogger non genovesi allo Zenacamp.
Parola:
Fugassa: manufatto commestibile fatto essenzialmente di farina sale acqua e olio. Tanto olio di oliva. Una marea di olio extravergine di oliva.
Infatti, la tastiera del portatile del blogger zeneize si riconosce per quelle ombre untuose sui tasti più usati.
A fugassa si può consumare:
- A colazione, mentre si scorrono i feed aggiornati nottetempo, con una tazza di caffelatte (certi blogger pigri e parsimoniosi utilizzano a fugassa avanzata del giorno prima)
- A metà mattinata, una striscia per ricarburare dopo aver twitterato con tutti i propri contatti
- A pranzo, sia al lavoro sia in giro, preferibilmente con un gottu de giancu. Per preparare il post del primo pomeriggio
- A merenda, mentre si ascolta un buon podcast
- All’aperitivo, discutendo di web 2.0, ghe ne ancùn de giancu?
- A cena, sulla spiaggia, cercando di fare qualche foto da mettere su flickr
- A mezzanotte, mentre si cerca di disinstallare quel belin di plugin di wordpress
- All’alba, di ritorno dalla blogfest
Branch della fugassa
- Cu e sioule: con le cipolle, un toccasana per l’alito del blogger.
- Cu a nutella: per i ragazzini e i blogger golosi.
- De Reccu: col formaggio, una specie a parte, potrebbe essere protagonista di un post a parte da parte di un blogger recchelin.
Un’ultima cosa:
Chiunque si azzarderà a chiamare a fugassa “PIZZA BIANCA” (orrore!), sarà immediatamente espulso dallo Zenacamp. Una forza di pronto intervento (avete presente Brazil o Monsters & co.?) preleverà il blasfemo e lo neutralizzerà ingozzandolo di panissette.